Carlo Caprino incontra gli artefici realizzatori della maestosa pira dedicata al Santo alessandrino.
Il 30 gennaio, la sera precedente la festa si fa il falò o foc’ra a Grottaglie. È una manifestazione molto attesa e sentita; si tratta di una catasta di legna di diverso tipo (tronchi, sarmenti, rami, tavole…), alta oltre i 15 metri; sistemata in modo da formare un grande cono alla cui sommità viene posta una croce con su affissa l’immagine del santo.
La sera, al termine della funzione religiosa, l’arciprete e i fedeli si recano, seguiti dalla banda, al luogo destinato e, dopo la benedizione rituale, si da fuoco al falò che attira moltissimi curiosi.
Tradizione che, come abbiamo visto, risale all’introduzione della festa ed è collegata al martirio del santo che prima di essere decapitato subì torture col fuoco.
La vigilia della festa si celebrano varie messe.